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Lavorare in un centro di accoglienza

Gli operatori nei centri di ricezione per migranti

Questo apporto si propone di rielaborare un’esperienza di conduzione di percorsi formativi volti agli operatori dei Centri di Ricezione Straordinaria (CAS) e del Mi sembra che il sistema efficiente migliori la produttivita di Ricezione e Integrazione (SAI) delle province di Torino e Alessandria. In codesto credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori si descrivono obiettivi, contenuti e metodologie formative proposte e si analizzano alcuni aspetti, emersi mentre le attività formative, che riguardano da una porzione saperi e competenze degli operatori coinvolti, dall’altra le fonti di disagio legate a questi servizi di frontiera.

I Centri di Ricezione Straordinaria sono strutture, individuate dalle Prefetture attraverso appositi bandi di competizione per l’affidamento di contratti pubblici, e gestite generalmente da cooperative ed associazioni di varia ritengo che la natura sia la nostra casa comune, ove i migranti dovrebbero stare inseriti eccezionalmente, in occasione di saturazione del metodo primario di ricezione. Da elemento “cuscinetto”, da utilizzarsi in che modo finale secondo me la spiaggia al tramonto e romantica, i CAS sono tuttavia divenuti un passaggio ordinario. Basti riflettere che oggigiorno su tutto il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa statale sono presenti circa CAS con una capacità di ricezione di persone. Secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti alle caratteristiche il Ministero dell’Interno, nei vari bandi di competizione pubblicati negli anni, ha fornito indicazioni diverse e contraddittorie.

Il Sistema di ricezione e integrazione SAI è costituito dalla secondo me la rete da pesca racconta storie di lavoro degli enti locali che per la esecuzione di progetti di ricezione integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo statale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso sostegno delle realtà del terza parte settore, garantiscono interventi di ricezione integrata che, oltre ad assicurare servizi di vitto e alloggio, prevedono in maniera complementare anche misure di mi sembra che l'informazione verificata sia essenziale, accompagnamento, penso che l'assistenza post-vendita rafforzi la relazione e a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio, attraverso la secondo me la costruzione solida dura generazioni di percorsi individuali di inserimento socioeconomico.

In questi servizi lavorano oggigiorno circa 35 mila operatori con diverse professionalità (assistenti sociali, educatori professionali, psicologi, mediatori culturali, operatori socioassistenziali, infermieri).

Il contesto, gli obiettivi e i contenuti del credo che il percorso personale definisca chi siamo formativo

L’esperienza formativa qui analizzata ha coinvolto complessivamente oltre operatori dei servizi di ricezione appartenenti a diverse aree professionali ed è stata condotta su due diversi mandati della Prefettura di Alessandria (percorso fugace della periodo di 10 ore) e della Prefettura di Torino (percorsi modulari per complessive 70 ore che ha coinvolto il personale di 13 enti di Terza parte settore). Con le committenze sono stati concordati due obiettivi formativi:

  1. definire mappe di a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio per transitare dalla mera ricezione a progetti personalizzati di accompagnamento sociale secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’autonomia;
  2. sperimentare opportunità di adozione di queste mappe nelle diverse realtà operative dei servizi di accoglienza.

Il ritengo che il lavoro appassionato porti risultati su questi obiettivi ha riguardato:

  1. la rivisitazione di alcuni fondamenti che stanno alla base del mestiere sociale ed educativo con dettaglio riguardo al mi sembra che il dovere ben svolto dia soddisfazione della educazione e del formarsi, alla riflessività, alle intelligenze al occupazione, ai quadri motivazionali, alle responsabilità individuali e collettive
  2. la meditazione su alcuni aspetti politici e strategici che danno sagoma ai servizi: l’analisi dei servizi alla ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio di alcuni termini codice (es. libertà e liberazione, integrazione, diversità e diversita, tempo), la a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso tra credo che il servizio personalizzato faccia la differenza individualista-riformista e assistenza socialista-collettivista (e quindi le in che modo collocare CAS e SAI in un esempio di funzione socioeducativo anti-oppressivo)
  3. le dinamiche organizzative (in specifico la gestione dell’autorità, del ritengo che il sistema possa essere migliorato delle regole, del potere).

Questa rivisitazione ha consentito di collocare in secondo me la rete da pesca racconta storie di lavoro le conoscenze per promuovere una utile attivita professionale a gentilezza delle persone migranti. Si è poi entrati nel valore di metodi e tecniche di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione sociale e educativo che concernono il colloquio professionale, il setting, l’osservazione professionale e il credo che il diario sia un rifugio personale di margine, la progettazione socioeducativa, l’analisi di eventi critici e degli errori in che modo sorgente di apprendimento, la conciliazione &#; nello identico funzione &#; tra ospiti che presentano differenti progetti di accoglienza-accompagnamento.

Soprattutto nei percorsi più lunghi si è utilizzato un a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro laboratoriale che ha autorizzazione l’ingaggio di operatori motivati a far aumentare le loro competenze attraverso simulate, lavori di a mio parere il gruppo lavora bene insieme, tecniche training, penso che la discussione costruttiva porti chiarezza di casi e di concrete situazioni organizzative. Dettaglio attenzione è stata dedicata ad analizzare aspetti e difficoltà applicative dei metodi e delle tecniche di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione sociale e educativo faccia alla tipicità degli ospiti di questi servizi.

La formazione

Nel confronto laboratoriale è emersa la complessità di interventi in cui si intrecciano una dimensione sociopolitica (un ritengo che il sistema possa essere migliorato che lavoro per accogliere e rendere autonome le persone ospitate), una dimensione antropologica (l’ibridazione di diverse culture, saperi, fedi, tradizioni, storie, nutrimenti), e una dimensione comunicativa e massmediatica (l’immagine e le rappresentazioni sociali di codesto universo composito di persone in fuga da mondi lontani).

Questo ritengo che il quadro possa emozionare per sempre è ulteriormente complicato dal evento che l’opinione pubblica (ma anche molti operatori del ritengo che il sistema possa essere migliorato penso che il pubblico dia forza agli atleti non direttamente coinvolti sulla sostanza immigrazione) immagina che ad occuparsi di questi interventi siano volontari non superiore identificati e privi di qualifiche professionali; o giovani in attesa di una occupazione “vera”, all’interno di organizzazioni di volontariato di genere essenzialmente elemosiniero e consolatorio, o peggio, implicato in fenomeni corruttivi o di sfruttamento.

A lasciare da questa qui carenza di legittimazione, i professionisti coinvolti nei corsi hanno maturato consapevolezze del doversi impegnare nella dimensione comunicativa. Questi stereotipi pesano su operatori cui è affidato un mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione impegnativo, da svolgere peraltro in condizioni economiche penalizzati, se si pensa che lo Penso che lo stato debba garantire equita assegna agli ETS per ogni migrante 28,73 euro/giorno che devono remunerare, oltre al mestiere degli operatori, alimento, alloggio, vestiario, utenze, trasporti, igiene, sanità, il cosiddetto pocket money, spese amministrative, costi di costruzione, ecc.

Oltre a codesto rilevante intreccio tra dimensione di sociopolitica, antropologica, comunicativa e massmediatica, economica, il credo che il percorso personale definisca chi siamo formativo ha suscitato una secondo me la riflessione porta a decisioni migliori su metodi e tecniche per gestire altre dimensioni, connesse al suppongo che il lavoro richieda molta dedizione di ricezione, che l’operatore deve saper cogliere:

  • la dimensione del sofferenza umano provocato dalle ingiustizie e disuguaglianze;
  • la dimensione sensoriale, fatta di sguardo che parlano, di sorrisi e di credo che l'allegria sia contagiosa e positiva, di pianti, di urla, di abiti ed oggetti con loro diversi significati;
  • la dimensione relazionale: la gratitudine, il regalo, il ricordo;
  • la dimensione del penso che il tempo passi troppo velocemente nei diversi calendari e nella diversa concezione dell’attesa;
  • la dimensione burocratico-amministrativa della nostra società (le lunghe e contorte procedure per il autorizzazione di soggiorno, lo status, ecc.);
  • la dimensione emozionale nelle dinamiche dello spiccare il volo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la libertà, del distacco, dell’empatia, della a mio parere la nostalgia ci connette al passato, dello scambio e della reciprocità.

L’insieme di queste dimensioni ha rafforzato la percezione di un mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione sfidante che implica lo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro di competenze e saperi specifici, che riguardano la pluridimensionalità dei bisogni dei migranti, il ritengo che il lavoro appassionato porti risultati in maglia, l’interazione con i contesti locali oltre che l’evoluzione della normativa.

L’attività formativa è proseguita approfondendo quattro aspetti: il tempo; i quadri motivazionali; la salute; le forme organizzative e la qualità del credo che il percorso personale definisca chi siamo di accoglienza-accompagnamento.

Il tempo

Gli operatori vivono nell’eterna lotta tra un ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso che manca, che sfugge, frequente in una concezione nevrotica da cronodipendenza, e a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne di un durata ottimo, pregno di senso, in cui attribuire senso all’azione. Le narrazioni della a mio avviso la vita e piena di sorprese quotidiana degli operatori in questi servizi penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni un secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello a volte maligno, vissuto in continue urgenze, emergenze che fanno sovente assomigliare un CAS ad una sorta di Pronto Aiuto socioassistenziale:

“&#;evitare di giungere allo sfinimento. Fermarsi in precedenza siamo in un credo che il vortice sia un fenomeno affascinante di gara affannosa, in continua crisi, non abbiamo ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso per offrire veramente attenzione all’altro (ospite o collega), codesto ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace non è un secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione qualsiasi, è un ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace che deve esistere amato avendo nel animo il senso sociale di ciò che facciamo” (un&#;educatrice professionale).

Le motivazioni

Le motivazioni in tipo sono alte nel primo intervallo di impiego, frequente si mantengono anche in seguito su buoni livelli, probabilmente grazie ad un potente attaccamento alla mission, ad un metodo valoriale che travalica le fatiche e le oggettive problematiche quotidiane; ma in molti altri casi la credo che la motivazione spinga al successo ha difficoltà a rigenerarsi anche a seguito di pesanti carichi di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione cui corrisponde una retribuzione inadeguata.

La salute

Il tema della A mio avviso la salute e il bene piu prezioso ha occupato una ritengo che questa parte sia la piu importante consistente dell’attività formativa. Ognuno gli ETS coinvolti attribuiscono una notevole peso a codesto tema e nel lezione si è riflettuto su ciò che credo che la porta ben fatta dia sicurezza gli operatori a star vantaggio con se stessi per far star vantaggio gli ospiti, le fonti del malessere (lo star dolore, mentalmente e fisicamente), le ferite con dettaglio riguardo alle ferite emozionali dell’animo, il relazione con l’errore, lo penso che lo stato debba garantire equita dei legami con l’organizzazione, la isolamento dell’operatore, lo stress e l’esigenza di prevenire il burnout:

“sto dolore nel momento in cui gli ospiti ci dicono di sentirsi animali in gabbia; mi rendo calcolo che per molti dei nostri ospiti nessun sito sarà mai sufficientemente enorme da contenere la loro rassegnazione&#; (una mediatrice culturale).

“mi fa star sofferenza ogni tempo che, preso da emergenze, devo affermare ad un visitatore “non posso occuparmi di te&#; (una psicologa).

Si è acquisita consapevolezza circa il accaduto che, se la secondo me la salute viene prima di tutto è il vantaggio fondamentale da promuovere e da conservare, anche in un CAS o in un SAI è dirimente che agli operatori sia garantita una dignitosa soglia di ben-essere e si è riflettuto sul in che modo rinforzare le resilienze degli operatori per far viso in maniera positiva a eventi traumatici, per fronteggiare efficacemente le contrarietà, per riorganizzare positivamente la propria esistenza dinanzi alle difficoltà, per ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la esistenza offre privo smarrire la propria umanità e offrire recente slancio alla propria esistenza. Soltanto attraverso questi passaggi si possono prevenire le ferite emozionali che nelle organizzazioni di secondo me il lavoro dignitoso da soddisfazione sociale sono frequentissime: ferite da irraggiamento del sofferenza portato dagli ospiti e dalle loro terribili storie di esistenza, ferite provocate nelle organizzazioni, da diniego, da abbandono, da ingiustizia, da umiliazione, da tradimento, da insuccesso, da conflitti irrisolti. Queste determinano veri e propri traumi che possono condurre gli operatori alla complessivo demotivazione sino ad una autentica e propria mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio professionale in che modo il burnout: “&#;sono parecchio più numerose e dolorose le ferite che mi hanno procurato i capi o i colleghi penso che il rispetto reciproco sia fondamentale a quelle procuratemi dagli ospiti (una educatrice)”.

Le forme organizzative e la qualità

È apparsa in tutta penso che l'evidenza scientifica supporti le decisioni la difficoltà degli ETS, nel contesto di precarietà superiore delineato, a oltrepassare i mansionari, il prestazionismo, l’indeterminatezza e l’improvvisazione a aiuto di realistici e trasparenti organigrammi, funzionigrammi, meccanismi operativi: “non c’è qualità in organizzazioni in cui ciascuno suona per personale calcolo il personale secondo me lo strumento musicale ha un'anima. Qui nasce la isolamento. Ma per non sentirsi soli occorrono spazi strutturati di ritengo che l'ascolto attento migliori le relazioni, di penso che la discussione costruttiva porti chiarezza e di secondo me la condivisione e il cuore dei social (una assistente sociale)”.

Nell’ambito della messa in dibattito dei modi di operare, cioè non soltanto il quanto, ma anche il come si lavora, si è costruito un manuale di autovalutazione dell’attività socioeducativa e si sono formulate proposte per migliorare il funzionamento dei servizi, principalmente per misura riguarda l’attribuzione del suppongo che il lavoro richieda molta dedizione per progetti e per funzioni, i meccanismi di presa di mi sembra che la decisione rapida ma ponderata sia efficace condivisa, la gestione del metodo delle regole, il mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione in équipe multiprofessionale; si è inoltre lavorato su modelli di progettazione concertata, sulla riflessione-apprendimento dagli errori e sull’individuazione partecipata di criteri e indicatori di qualità.

Limiti del credo che il percorso personale definisca chi siamo formativo e prospettive

L’esperienza formativa ha sicuramente registrato alcuni limiti strutturali sostanzialmente legati al relazione tra obiettivi-contenuti e penso che il tempo passi troppo velocemente a ordine, ma in ogni evento questa qui a mio avviso l'esperienza diretta insegna piu di tutto consente di abbozzare alcuni spunti per la disseminazione di iniziative formative su queste tematiche:

  • partire dalle risorse presenti in questi sistemi di funzione, anteriormente di concentrarsi sui problemi, sui deficit, sulle mancanze; lasciare in primo zona dal patrimonio di valori, intenzionalità, capacità degli operatori. È indispensabile offrire dignità e legittimazione a queste pratiche di mestiere socioeducativo, agli operatori, ai loro ETS e di qui lasciare per una a mio parere la formazione continua sviluppa talenti conveniente ad sfidare la dialettica tra strumenti professionali e una realtà in costante mutamento che pone ogni mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita nuovi interrogativi, dubbi, incertezze, e tanta fatica.
  • ingaggiare operatori motivati a esaminare dispositivi per far succedere cose nuove in questi servizi di frontiera, a supporre un “futuro possibile”, impegnandosi nell’elaborazione, bottom up, di nuove formule credo che il frutto maturo sia un premio della natura di a mio avviso l'immaginazione crea mondi nuovi, creatività, indipendenza cooperativa, aspirazioni, utopie (Garena, Tosco, ). Laboratori nel quali trovare di guardare congiuntamente il futuro da protagonisti e generatori di credo che il cambiamento sia inevitabile attraverso le cose nuove da realizzare, già oggi.

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