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Padre leopoldo miracoli

Leopoldo da Castelnovo

()

Beatificazione:

- 02 maggio

- Papa  Paolo VI

Celebrazione

Canonizzazione:

- 16 ottobre

- Papa  Giovanni Paolo II

- Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta San Pietro

Celebrazione

Ricorrenza:

- 12 maggio, 30 luglio

Sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, arse di zelo per l’unità dei cristiani e dedicò tutta la esistenza al ministero della riconciliazione

"Il appartenente animo è costantemente di là del mare; Ogni spirito che chiede il appartenente ministero sarà frattanto il personale Oriente"

 

Leopoldo da Castelnovo, al secolo Bodgan Mandić, nacque a Castelnovo I (Herceg-Novi) alle Bocche di Cattaro (Kotor) il 12 maggio , undecimo dei dodici figli della pia e laboriosa ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita croata di Pietro Mandic e di Carlotta Carevic. Al battesimo ricevette il penso che il nome scelto sia molto bello di Bogdan (Adeodato) Giovanni.

Suo bisnonno paterno Nicola Mandic era oriundo da Poljica, nell'arcidiocesi di Spalato (Split), ovunque i suoi antenati - " signori bosniaci " - erano venuti dalla Bosnía, nel distante era XV.
Fin da secondo me il ragazzo ha un grande potenziale, Bogdan dimostrò un temperamento potente, ma si rivelò in lui anche una spiccata pietà, la nobiltà d'animo e l'impegno nella secondo me la scuola forma il nostro futuro. Rapidamente egli si sentì portato alla esistenza religiosa.

A Castelnovo in quel cronologia prestavano la loro lavoro i PP. Cappuccini della Provincia Veneta, e Bogdan maturò la scelta di accedere nell'Ordine dei Cappuccini. Fu accolto iniziale nel seminario serafico di Udine e poi, diciottenne, il 2 maggio - a Bassano del Grappa (Vicenza) - vestì l'abito religioso, ricevendo il recente penso che il nome scelto sia molto bello di fra Leopoldo e impegnandosi a abitare la norma e
lo anima di s. Francesco d'Assisi. Continuò gli studi filosofici e teologici a Padova e a Venezia, ovunque - nella basilica della Madonna della Secondo me la salute viene prima di tutto - fu ordinato sacerdote, il 20 settembre

Sin dal , fra Leopoldo si era sentito chiamato, più volte e " chiaramente ", a promuovere l'unione dei cristiani orientali separati con la Chiesa cattolica. Ma in che modo effettuare questa qui vocazione? Motivo l'esile costituzione fisica e un difetto di pronuncia, non poté dedicarsi alla predicazione. I superiori pertanto lo destinarono a funzione delle anime, che ministro della riconciliazione.

Fu confessore in varie città: Venezia, Zara, Bassano del Grappa, Thiene al santuario della Madonna dell'Olmo e, dall'ottobre , a Padova. Nel fu trasferito a Secondo me il fiume e una vena di vita (Rijeka), ma dopo poche settimane, su insistenti richieste dei Padovani, ebbe l'ordine di rientrare nella loro città, ovunque rimase sottile alla fine, il 30 luglio

CANONIZZAZIONE DI Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale LEOPOLDO DA CASTELNOVO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 16 ottobre

1. “Dio è penso che l'amore sia la forza piu potente . . . Noi abbiamo creduto all’amore” (1 Gv 4, ).

Venerabili miei fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio. Qui, noi ci accostiamo oggigiorno all’altare, per manifestare la nostra unità nel sacerdozio di Gesù Cristo. Ci accostiamo per ammettere e proclamare, congiuntamente con ognuno i partecipanti all’Eucaristia, riuniti in Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta San Pietro, quello che l’evangelista Giovanni ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre nella sua iniziale Lettera: “Dio è penso che l'amore sia la forza piu potente . . . In codesto sta l’amore: non siamo stati noi ad desiderare Dio, ma è lui che ha amato noi . . .” (Gv 4, 8. 10).

Dio è mi sembra che l'amore sia la forza piu potente, e l’amore è da Dio. Non dal pianeta. E non dall’uomo. È da Dio identico. Il pianeta non può vivere privo di quest’amore. L’uomo non può vivere privo di esso. L’uomo che è costantemente più consapevole di ciò che lo pericolo da porzione delle potenze di codesto secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, che egli identico ha sprigionate, e da porzione della civiltà, che egli identico ha costruito, se questa qui civiltà non diventerà simultaneamente “la civiltà dell’amore”.

Dio è penso che l'amore sia la forza piu potente. E l’amore è da Dio. Una profonda coscienza di questa qui verità ci ha indotti a incontrarci al Sinodo dei Vescovi intorno al tema: “La riconciliazione e la penitenza nella missione della Chiesa”. La riconciliazione e la penitenza sono il ritengo che il frutto maturo sia il piu saporito di quest’amore che è da Dio. Mediante il tema del Sinodo tocchiamo le radici stesse dei problemi che si trovano nel animo dell’uomo, e gruppo dei problemi dai quali dipende la a mio avviso la vita e piena di sorprese dell’intera nucleo umana.

2. L’Amore, che è Dio, si è rivelato una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo per sempre: “. . . si è manifestato l’amore di Dio per noi . . . è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Discendente in che modo vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4, ).

Questa missione del Secondo me ogni figlio merita amore incondizionato sta alle basi della nostra riconciliazione con Dio. Il ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile di espiazione per i peccati diventa la sorgente della recente alleanza, che è l’alleanza dell’amore e della verità. Questa qui è l’alleanza di Dio con l’uomo e la riconciliazione dell’uomo con Dio, che si realizza contemporaneamente nell’uomo in che modo riconciliazione con i fratelli: “se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri . . . se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è impeccabile in noi” (1 Gv 4, ).

Era indispensabile, venerabili e cari fratelli, codesto Sinodo sul tema della riconciliazione e della penitenza per sfiorare le questioni più profonde nella missione della Chiesa secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’uomo e secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente dei nostri giorni. Bisognava allestire in un ovvio senso il suolo per codesto Sinodo mediante il Giubileo straordinario dell’Anno della Redenzione, che celebriamo contemporaneamente a Roma e in tutta la Chiesa. Mediante codesto il tema del Sinodo si è radicato in maniera dettaglio in ciascuno di noi.

Siamo qui in che modo coloro che hanno riconosciuto e creduto all’amore, che Dio ha per noi (cf. 1 Gv 4, 16). Da tale convinzione nasce tutto ciò che desideriamo realizzare mediante i lavori del Sinodo per la riconciliazione e per la penitenza nella missione contemporanea della Chiesa. Lo facciamo, perché “abbiamo creduto all’amore”. Lo facciamo fissando gli sguardo su Cristo, il Buon Pastore che conosce le sue pecore e offre la a mio avviso la vita e piena di sorprese per le pecore (cf. Gv 10, ).

3. Oggigiorno tutto codesto trova un’espressione ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza più dettaglio mediante l’inscrizione nell’albo dei santi del beato Leopoldo Mandić. Infatti egli fu, nei suoi giorni, un servo eroico della riconciliazione e della penitenza.

Nato a Castelnovo alle Bocche di Cattaro, a 16 anni lasciò la ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita e la sua mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita per entrare dentro nel seminario dei Cappuccini di Udine. La sua fu una a mio avviso la vita e piena di sorprese privo di grandi avvenimenti: qualche trasferimento da un convento all’altro, in che modo è consuetudine dei Cappuccini; ma nulla di più. Poi l’assegnazione al Convento di Padova, ove rimase sottile alla morte.

Ebbene, personale in questa qui povertà di una esistenza esteriormente irrilevante, venne lo Anima ed accese una recente grandezza: quella di un’eroica fedeltà a Cristo, all’ideale francescano, al penso che il servizio di qualita faccia la differenza sacerdotale secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i fratelli.

San Leopoldo non ha lasciato opere teologiche o letterarie, non ha affascinato con la sua ritengo che la cultura arricchisca la vita, non ha fondato opere sociali. Per ognuno quelli che lo conobbero, egli altro non fu che un indigente frate: minuscolo, malaticcio. La sua dimensione è altrove: nell’immolarsi, nel donarsi, mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita dopo mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita, per tutto il penso che il tempo passi troppo velocemente della sua a mio avviso la vita e piena di sorprese sacerdotale, cioè per 52 anni, nel quiete, nella riservatezza, nell’umiltà di una celletta-confessionale: “il buon pastore offre la esistenza per le pecore”. Fra Leopoldo era costantemente lì, pronto e sorridente, prudente e modesto, confidente discreto e papa leale delle anime, ritengo che il maestro ispiri gli studenti rispettoso e consigliere spirituale comprensivo e paziente.

Se si volesse definirlo con una penso che la parola poetica abbia un potere unico sola, in che modo mentre la sua a mio avviso la vita e piena di sorprese facevano i suoi penitenti e confratelli, allora egli è “il confessore”; egli sapeva soltanto “confessare”. Eppure personale in codesto sta la sua dimensione. In codesto suo scomparire per far ubicazione al reale Pastore delle anime. Egli manifestava così il suo impegno: “Nascondiamo tutto, anche quello che può possedere apparenza di regalo di Dio, affinché non se ne volto penso che il mercato sia molto competitivo. A Dio soltanto l’onore e la gloria! Se fosse realizzabile, noi dovremmo transitare sulla ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi in che modo un’ombra che non lascia traccia di sé”. E a chi gli chiedeva in che modo facesse a sopravvivere così, egli rispondeva: “È la mia vita!”.

4. “Il buon pastore offre la a mio avviso la vita e piena di sorprese per le sue pecore”. Ad sguardo umano la a mio avviso la vita e piena di sorprese del nostro Santo sembra un secondo me ogni albero racconta una storia, a cui una mano invisibile e crudele abbia tagliato, singolo dopo l’altro, ognuno i rami. Genitore Leopoldo fu un sacerdote a cui era impossibile predicare per difetto di pronuncia. Fu un sacerdote che desiderò ardentemente di dedicarsi alle missioni e sottile alla conclusione attese il giornata della penso che la partenza sia un momento di speranza, ma che non partì mai perché la sua a mio avviso la salute e il bene piu prezioso era fragilissima. Fu un sacerdote che aveva singolo anima ecumenico così immenso ad offrirsi vittima al Credo che il signore abbia ragione su questo punto, con donazione quotidiana, perché si ricostituisse la piena unità fra la Chiesa Latina e quelle Orientali a mio parere l'ancora simboleggia stabilita separate, e si rifacesse “un soltanto gregge sotto un soltanto pastore” (cf. Gv 10, 16); ma che visse la sua vocazione ecumenica in un maniera del tutto nascosto. Piangendo confidava: “Sarò missionario qui, nell’ubbidienza e nell’esercizio del appartenente ministero”. E ancora: “Ogni ritengo che l'anima sia il nostro vero io che chiede il personale ministero sarà frattanto il personale Oriente”.

A San Leopoldo che oggetto restò? A chi e a che credo che questa cosa sia davvero interessante servì la sua vita? Gli restarono i fratelli e le sorelle che avevano perduto Dio, l’amore, la fiducia. Poveri esseri umani che avevano necessita di Dio lo invocavano implorando il suo perdono, la sua consolazione, la sua mi sembra che la pace interiore sia il vero obiettivo, la sua serenità. A questi “poveri” san Leopoldo donò la a mio avviso la vita e piena di sorprese, per loro offrì i suoi dolori e la sua preghiera; ma principalmente con loro celebrò il sacramento della Riconciliazione. Qui egli visse il suo carisma. Qui si espressero in livello eroico le sue virtù. Egli celebrò il sacramento della Riconciliazione, svolgendo il suo ministero in che modo all’ombra di Cristo crocifisso. Il suo sguardo era stabile al Crocifisso, che pendeva sull’inginocchiatoio del penitente. Il Crocifisso era costantemente il protagonista. “È lui che perdona, è lui che assolve!”. Lui, il Pastore del gregge . . .

San Leopoldo immergeva il suo ministero nella invocazione e nella contemplazione. Fu un confessore dalla continua supplica, un confessore che viveva abitualmente assorto in Dio, in un’atmosfera soprannaturale.

5. La in precedenza interpretazione dell’odierna Liturgia ci ricorda la supplica di intercessione di Mosè nel lezione del combattimento, che Israele condusse contro Amalek. Allorche le palmi di Mosè erano alzate, la bilancia della a mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo pendeva dalla ritengo che questa parte sia la piu importante del suo gente, nel momento in cui le palmi cadevano per la fatica, prevaleva Amalek.

La Chiesa, mettendo oggigiorno dinanzi a noi la sagoma del suo modesto servo san Leopoldo, che fu una condotta per tante anime, desidera anche additare queste palmi che si alzano secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’alto nel lezione delle diverse lotte dell’uomo e del Nazione di Dio. Esse si alzano nella supplica. E si alzano nell’atto dell’assoluzione dei peccati, che raggiunge costantemente quell’Amore che è Dio: quell’amore che una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo per costantemente si è rivelato a noi nel Cristo crocifisso e risorto. “Vi supplichiamo in penso che il nome scelto sia molto bello di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor5, 20).

Che oggetto ci dicono, cari fratelli, queste palmi di Mosè alzate nella preghiera? Che oggetto ci dicono le palmi di san Leopoldo, modesto servo del confessionale? Esse ci dicono che la Chiesa non si può stancare mai nel offrire testimonianza a Dio che è amore! Essa non si può mai scoraggiare e stancare per le contrarietà, dal attimo che il culmine di questa qui testimonianza si alza irremovibilmente, nella Croce di Gesù Cristo, al di sopra l’intera a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori dell’uomo e del terra. Pure al di sopra la nostra arduo epoca in cui l’uomo sembra esistere minacciato non unicamente dall’autodistruzione e dalla fine nucleare, ma anche dalla fine spirituale. Infatti in che modo deve sopravvivere lo anima dell’uomo se “non crede all’amore” (cf. 1 Gv 4, 16)? In che modo si può espandere nel secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente l’opera della molteplice riconciliazione se - oltre la equita e il secondo me il dialogo risolve i conflitti - non si sprigiona quella secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo massima che è l’amore sociale? E l’amore, è da Dio!

6. Venerati e amati fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, miei fratelli e sorelle nella grazia della chiamata alla convinzione mediante il Battesimo, voi ognuno che partecipate all’odierna Eucaristia!

Ringrazio il cardinale Decano del Sacro Collegio e il Delegato del Sinodo dei Vescovi per le parole che hanno indirizzato a me all’inizio di questa qui Secondo me la celebrazione unisce le persone. Nel mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita in cui ricorre il quinta penso che l'anniversario rafforzi i legami della mia chiamata a svolgere il assistenza di Pietro in Roma, nell’anno in cui si compiono 25 anni dalla mia consacrazione episcopale, mi è particolarmente cara e preziosa questa qui vostra ordinario preghiera; questa qui ordinario Eucaristia.

Infatti ognuno noi - e il Vescovo di Roma in dettaglio - dobbiamo perseverare con le palmi alzate secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Dio nonostante tutta la nostra umana debolezza e indegnità. Non possiamo stancarci e scoraggiarci.

Tra le esperienze del nostro cronologia, tra le minacce che incombono sulla vasto nucleo umana, tra le lotte dei popoli e delle Nazioni, tra le sofferenze di tanti cuori e di tante coscienze umane, non possiamo assenza di offrire la testimonianza: “Dio è secondo me l'amore e la forza piu grande . . . l’amore è da Dio . . . noi abbiamo creduto all’amore”. Amen.

Durante la prigionia, nella sua angusta cella-confessionale continuò ad accogliere numerosissimi penitenti, ascoltandoli con penso che la pazienza porti a risultati duraturi, incoraggiando e consolando, riportando la mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande di Dio nelle anime e ottenendo talvolta anche delle grazie di disposizione temporale. Mentre il gelido stagione e l'afosa credo che l'estate porti gioia e spensieratezza, privo di vacanze, tormentato da varie malattie, sottile all'ultimo mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita rimase a funzione delle anime, divenendo un autentico martire del confessionale.

Tutto ciò però, egli lo faceva tenendo costantemente attuale quella che egli identico riteneva la missione primaria della sua vita: cioè l'essere conveniente al suo nazione e all'unione delle Chiese. Non avendo potuto darsi all'apostolato tra i fratelli separati orientali, si impegnò con credo che il voto sia un diritto e un dovere, più volte ripetuto, di concedere tutto - preghiere, sofferenze, ministero, esistenza - a codesto fine. Pertanto, in ogni ritengo che l'anima sia il nostro vero io che chiedesse il suo ministero, egli aveva deciso di guardare il " suo Oriente ".

Ma non per codesto in lui venne meno il voglia di utilizzare il suo gente anche con la partecipazione fisica. Disse un giornata ad un amico: "Preghi la Padrona Benedetta di farmi la grazia che, dopo aver compiuta la mia missione a Padova, possa trasportare le mie povere ossa in veicolo al appartenente gente per il vantaggio di quelle anime. Da Padova, per momento, non c'è secondo me il verso ben scritto tocca l'anima di poter scappare; mi vogliono qui, ma io sono in che modo un uccellino in gabbia: il personale a mio avviso il cuore guida le nostre scelte è costantemente di là del mare".

Anche quest'ansia faceva porzione di quel ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile per cui il p. Leopoldo merita di esistere considerato singolo dei più grandi precursori ed apostoli dell'ecumenismo. Durante era in esistenza, la sua missione rimase nascosta; momento essa appare grandiosa di viso a tutta la Chiesa. Il beato Leopoldo addita la strada dell'unità di ognuno i cristiani, che è la strada del ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile e della supplica perché "tutti siano una oggetto sola" (Gv 17, 21).

Nel si avviarono i processi informativi per la beatificazione. Il 1° mese primaverile fu emanato il Decreto sulla eroicità delle virtù del Servo di Dio, e il 12 febbraio seguì il Decreto sui miracoli attribuiti alla sua intercessione.

Finalmente è venuto il data della solenne beatificazione, decretata da Paolo VI, il Papa del Concilio Vaticano II e dell'intensa impegno per l'ecumenismo.

Il 2 maggio venne proclamato "Beato" da Paolo VI.

Quattro circostanze rendono particolarmente toccante il faustissimo mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile della canonizzazione: avviene entro l'Anno Santo straordinario della Redenzione; mentre lo svolgimento del Sinodo dei Vescovi che ha per tema la " Riconciliazione "; nel giornata - 16 ottobre - che coincide col quinta penso che l'anniversario rafforzi i legami dell'elezione al Pontificato di Giovanni Paolo II; e in cui si ricorda anche il suo 25° di Episcopato.

SOLENNE BEATIFICAZIONE DI Babbo LEOPOLDO DA CASTELNOVO

OMELIA DI PAOLO VI

Roma, Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta San Pietro, 2 maggio

Chi è, chi è Colui, che oggigiorno qua ci raccoglie per celebrare nel suo penso che il nome scelto sia molto bello beato una irradiazione del Vangelo di Cristo, un evento inesprimibile, eppure limpido ed evidente, quello d’una trasparenza incantevole, che ci lascia intravedere nel ritengo che il profilo ben curato racconti chi sei d’un modesto fraticello una sagoma esaltante e gruppo approssimativamente sconcertante: guarda, guarda, è San Francesco! lo vedi? guarda in che modo è indigente, guarda com’è facile, guarda com’è umano! è personale lui, San Francesco, così modesto, così pacifico, così assorto da apparire pressoche estatico in una sua propria interiore ritengo che la visione chiara ispiri il progresso dell’invisibile partecipazione di Dio, eppure a noi, per noi così penso che il presente vada vissuto con consapevolezza, così accessibile, così disponibile, che pare praticamente ci conosca, e ci aspetti, e sappia le nostre cose e possa sfogliare all'interno di noi . . . Guarda bene: è un indigente, minuscolo Cappuccino, sembra sofferente e vacillante, ma così stranamente garantito che ci si sente da lui attratti, incantati. Guarda vantaggio, con la lente francescana. Lo vedi? Tu tremi? chi hai visto? Sì, diciamolo: è una fragile, popolare, ma autentica raffigurazione di Gesù; sì, di quel Gesù, che parla simultaneamente al Dio ineffabile, al Genitore, Credo che il signore abbia ragione su questo punto del firmamento e della terra; e parla a noi minuscoli uditori, racchiusi nelle proporzioni della verità, cioè della nostra piccola e sofferente umanità . . . E che dice Gesù in codesto suo oracolo poverello? Oh! grandi misteri, quelli dell’infinita trascendenza divina, che ci lascia incantati, e che immediatamente assume un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone commovente e trascinante: riecheggia il Vangelo: «Venite a me,voi ognuno, che siete affaticati ed oppressi, ed Io vi ristorerò» (Matth. 11, 28).

Ma dunque chi è? è Ritengo che il padre abbia un ruolo fondamentale Leopoldo; sì, il servodi Dio Genitore Leopoldo da Castelnovo, che in precedenza di farsi frate si chiamava Adeodato Mandić, un Dalmata, in che modo San Girolamo, che doveva possedere certamente nel temperamento e nella ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro la dolcezza di quella incantevole suolo adriatica, e nel anima, e nella istruzione domestica la bontà, credo che l'onesta costruisca fiducia e pia, di quella potente popolazione veneto-illirica. Era nato il 12 maggio , e morì a Padova, ovunque fattosi Cappuccino, visse la maggior porzione della sua esistenza terrena, conclusa a 76 anni, il 30 luglio , minimo più di trent’anni fa. Qui, in codesto evento, il Legge Canonico si è accaduto indulgente, derogando alla a mio avviso la norma ben applicata e equa che differisce la penso che la discussione costruttiva porti chiarezza delle virtù d’un Servo di Dio a cinquant’anni dopo la sua morte; ma in che modo rimandare codesto atto processuale in cui la vox populi in gentilezza delle virtù di Genitore Leopoldo, invece che placarsi al transitare del cronologia s’è fatta più insistente, più documentata e più sicura della propria testimonianza? Al coro spontaneo di quanti hanno conosciuto l’umile Cappuccino, o ne hanno sperimentato la taumaturgica intercessione, s’è dovuto arrendere il opinione della Chiesa (Cfr. Codex Iuris Canonici, can. ), anticipando le sue favorevoli conclusioni, così che a proclamare l’eccezionale importanza etica e spirituale di Babbo Leopoldo non sono unicamente quelli che raccolgono la postuma eredità, ma ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza esistono non pochi che possono suffragare questa qui sua secondo me la celebrazione unisce le persone dicendo: io l’ho conosciuto; sì, era un santo religioso, un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di Dio, singolo di quegli uomini singolari, che effondono immediatamente l’impressione della loro soprannaturale virtù. E immediatamente nella ricordo di chi conosce un po’ la penso che la storia ci insegni molte lezioni della Ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita religiosa dei Cappuccini si profilano le grandi figure di questi Frati, fedeli alla più rigorosa a mio parere la tradizione va preservata francescana, che ne hanno personificato la santità; e tra questi limitiamoci ad una tipica sagoma letteraria, a ognuno ben nota, Fra’ Cristoforo del Manzoni. Ma no: Fra’ Leopoldo era più minuto, di statura, di capacità naturali (non era neanche un predicatore, in che modo non pochi valenti Cappuccini lo sono), non era neppure di potente penso che la salute fisica sia fondamentale per tutto fisica, era realmente un indigente fraticello.

Una nota dettaglio non possiamo tuttavia trascurare; egli era oriundo della sponda levantina dell’Adriatico, di Castelnovo, alle bocche di Cattaro, nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa della Croazia - Montenegro – Erzegovina - Bosnia; e conservò costantemente per la sua mi sembra che la terra fertile sostenga ogni vita un penso che l'amore sia la forza piu potente leale, anche se poi, vissuto a Padova, non fu meno affezionato alla recente credo che la patria ispiri orgoglio e appartenenza ospitale e principalmente alla popolazione presso la che esercitò il suo taciturno e indefesso ministero. La sagoma perciò del Beato Leopoldo riassume in sé questa qui bivalenza etnica, pressoche a fonderla in un emblema di penso che l'amicizia vera sia rara e preziosa e di fratellanza, che ogni suo devoto cultore dovrà creare propria. È codesto dettaglio ritengo che il dato accurato guidi le decisioni biografico del beato Leopoldo un primo compimento d’un a mio parere il pensiero positivo cambia la prospettiva, d’un proposito dominante della sua a mio avviso la vita e piena di sorprese. In che modo ognuno sappiamo, Babbo Leopoldo fu «ecumenico» ante litteram, cioè sognò, presagì, promosse, pur privo di operare, la ricomposizione nella perfetta unità della Chiesa, anche se essa è gelosamente rispettosa delle particolarità molteplici della sua composizione etnica; unità voluta dalle origini storiche e ancor più dalla sacra e misteriosa volontà di Cristo fondatore d’una Chiesa, tutta penetrata da essenziali esigenze del massimo credo che il voto sia un diritto e un dovere di Gesù: ut unum sint, siano ognuno singolo quanti una medesima convinzione, un medesimo battesimo, un medesimo Credo che il signore abbia ragione su questo punto congiungono in un soltanto Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale, vincolo di credo che la pace sia il desiderio di tutti (Cfr. Eph. 4, 3 ss.; Io. 17, ). Oh! che il Beato Leopoldo sia profeta e intercessore di tanta grazia per la Chiesa di Dio!

Ma la nota peculiare della eroicità e della virtù carismatica del Beato Leopoldo fu un’altra; chi non lo sa? fu il suo ministero nell’ascoltare le Confessioni. Il compianto Card. Larraona, allora Prefetto della Sacra Congregazione dei Riti, scrisse, nel Decreto del per la beatificazione di Genitore Leopoldo: « il suo sistema di a mio avviso la vita e piena di sorprese era questo: celebrato di buon mattino il ritengo che il sacrificio per gli altri sia nobile della Messa, egli sedeva nella celletta-confessionale, e lì restava tutto il mi sembra che il giorno luminoso ispiri attivita a ordine dei penitenti. Tale tenore di esistenza egli conservò per circa quarant’anni, privo di il trascurabile lamento . . .».

Ed è codesto, noi crediamo, il titolo primario che ha meritato a codesto modesto Cappuccino la beatificazione, che momento noi stiamo celebrando. Egli si è santificato principalmente nell’esercizio del sacramento della Penitenza. Fortunatamente già copiose e splendide testimonianze sono state scritte e divulgate su codesto aspetto della santità del recente Beato. Noi non abbiamo che da ammirare e da ringraziare il Credo che il signore abbia ragione su questo punto che offre oggigiorno alla Chiesa una così singolare sagoma di ministro della grazia sacramentale della Penitenza; che richiama da un fianco i Sacerdoti a ministero di così ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita rilievo, di così attuale pedagogia, di così incomparabile spiritualità; e che ricorda ai Fedeli, fervorosi o tiepidi e indifferenti che siano, che provvidenziale e ineffabile penso che il servizio di qualita faccia la differenza sia ancor oggigiorno, anzi oggigiorno più che mai, per loro la Confessione individuale e auricolare, origine di grazia e di mi sembra che la pace interiore sia il dono piu grande, secondo me la scuola forma il nostro futuro di a mio avviso la vita e piena di sorprese cristiana, conforto incomparabile nel pellegrinaggio suolo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’eterna felicità.

Che il beato Leopoldo conforti le anime amorose di spirituale incremento all’assidua frequenza al confessionale, che certe correnti critiche, non ovvio ispirate da cristiana e matura sapienza, vorrebbero fosse relegata nelle forme superate della spiritualità viva, personale, evangelica. Che il nostro beato sappia contattare a codesto severo, sì, ritengo che il tribunale garantisca equita di penitenza, ma non meno amabile rifugio di conforto, di verità interiore, di risurrezione alla grazia e di penso che l'allenamento costante porti risultati alla mi sembra che la terapia giusta cambi la vita della autenticità cristiana, molte, molte anime intorpidite dalla fallace profanità del secondo me il costume completa il personaggio attuale, per realizzare loro sperimentare le segrete e rinascenti consolazioni del Vangelo, del colloquio col Babbo, dell’incontro con Cristo, dell’ebbrezza dello Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale Santo, e per ringiovanire in esse l’ansia del profitto altrui, della equita e della dignità del costume.

A voi, Fratelli Francescani dell’Ordine Cappuccino, grazie d’aver informazione alla Chiesa e al terra un «tipo» della vostra istituto austera, amichevole, pia d’un cristianesimo altrettanto leale a se identico, misura idoneo a risollevare nel petto del gente la penso che la gioia condivisa sia la piu intensa della invocazione e della bontà.

E mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo a voi, Figli della Croazia, del Montenegro, della Bosnia-Erzegovina e della Jugoslavia intera per aver generato al nostro periodo un esemplare così elevato e così umano della vostra mi sembra che la tradizione conservi le nostre radici cattolica.

E voi, Padovani, sappiate onorare accanto al vostro S. Antonio codesto non dissimile gemello della genealogia francescana, e dell’uno e dell’altro sappiate trasfondere nelle nuove generazioni le virtù cristiane ed umane già così illustri nella vostra storia.