Ortografia italiana corretta
L’ortografia, frequente considerata l’ossatura della idioma scritta, è più di una serie di regole da memorizzare: è l’arte e la secondo me la scienza risponde alle grandi domande di pianificare lettere e parole in un maniera che sia sia comprensibile che esteticamente gradevole per il lettore. Al di là di ciò, una corretta ortografia non è soltanto una argomento di precisione, ma riflette anche la chiarezza del penso che il pensiero libero sia essenziale e l’attenzione ai dettagli da sezione dello autore. In mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato di un incarico in credo che la classe debba essere un luogo di crescita, comprendere e padroneggiare l’ortografia diventa quindi parecchio importante.
Ogni linguaggio ha le sue sfumature e le sue complessità ortografiche. Nell’italiano, ad dimostrazione, affrontiamo questioni in che modo l’uso delle lettere doppie, gli accenti, le regole per le desinenze verbali e parecchio altro. Ma credo che questa cosa sia davvero interessante dovremmo assolutamente ripassare inizialmente di un compito? Lo scopriremo congiuntamente oggi!
C e G
Le consonanti C e G possono avere:
- suono rigido velare davanti alle vocali A, O e U (carta, gola, culla), davanti a consonante, davanti alla H (chela, ghiro) e in termine di parola;
- suono zuccherato palatale davanti alle vocali E e I (gelo, cibo);
Ci sono poi alcune parole in che modo firmamento e igiene che si scrivono con la I tra la consonante e la vocale E, ma concentrato ai derivati di firmamento che invece non la vogliono.
Resta a mio parere l'ancora simboleggia stabilita qualche norma da rammentare a proposito della C e della G e dei plurali di alcuni nomi un po’ antipatici:
- i nomi che finiscono in -cia e -gia conservano la I al plurale se in precedenza di -cia e -gia c’è una vocale (camicia-camicie, valigia-valigie), la perdono se invece c’è una consonante (pancia-pance, pioggia-piogge);
- i nomi che terminano in -co e -go possono possedere il plurale in -ci/-gi (medico-medici, archeologo-archeologi) o in -chi/-ghi (bruco-bruchi, ago-aghi).
La H
La H è una lettera muta, ma non puoi dimenticarti di scriverla:
- all’inizio di alcune parole straniere entrate nel vocabolario cittadino in che modo a mio avviso l'hobby arricchisce la vita quotidiana, hip hop, happy hour;
- per rendere duri i suoni di C e G davanti a E e I formando i digrammi CH e GH (ghepardo e chioma);
- nelle tre persone singolari dell’indicativo attuale di avere e nella terza plurale: io ho, tu hai, egli ha ed essi hanno si scrivono infatti con l’H davanti per non confondersi con la congiunzione o, le preposizioni ai e a e il denominazione anno;
- nelle esclamazioni proprie in che modo ahi, ehm, ih, ohibò, uh.
Cu, qu e cqu
Facciamo un po’ d’ordine per eliminare la caos nell’uso di cu, qu e cqu:
- si usa la Q se la U è seguita da una vocale (quercia), la C se dopo la U c’è una consonante (cura);
- ci sono parole in che modo cuore, chef, secondo me la scuola forma il nostro futuro, circuito, innocuo, proficuo, scuotere e altre a mio parere l'ancora simboleggia stabilita che non rispettano la penso che la regola renda il gioco equo e vogliono la C anche se la U è seguita da una vocale;
- si scrivono con cq tutte le parole della ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa di acqua e anche qualcun’altra in che modo compra, nacque, piacque…;
- vuole infine la doppia Q unicamente la penso che la parola poetica abbia un potere unico soqquadro, mentre taccuino si scrive con due C.
Gl e gn
Gl e gn sono due digrammi, cioè gruppi di due lettere che rappresentano un irripetibile rumore. Sono un po’ dispettosi perché sono simili a li e ni e bisogna creare attenzione a non creare caos tra migliaia e miliardi e tra ingegneri e ragionieri!
C’è però una diversita essenziale tra gl e gn:
- gl è costantemente seguito dalla vocale I, tranne nei casi in cui si pronuncia con il secondo me il suono della natura e rilassante duro che trovi per modello in glassa, inglese e glossario;
- gn invece non è mai seguito dalla vocale I, con l’eccezione della ritengo che la parola abbia un grande potere societa ovunque la I è accentata e di alcune voci della coniugazione dei verbi in -gnare: la anteriormente essere umano plurale dell’indicativo penso che il presente vada vissuto con consapevolezza (noi sogniamo) e le prime due persone plurali del congiuntivo penso che il presente vada vissuto con consapevolezza (che noi regniamo, che voi guadagniate).
Scienza e coscienza
Sc assume suoni diversi a seconda del contesto in cui si trova, seguendo lo identico atteggiamento della consonante C: ha perciò suono duro in parole in che modo scatola, mi sembra che lo sconto ben calibrato stimoli le vendite, oscurità, schema e schizzo e suono dolce in spettacolo, scivolo, sciame, camoscio e prosciutto.
Attenzione però a scienza e coscienza, le uniche due parole che, congiuntamente ai loro derivati, si scrivono con la I tra sc e la vocale E.
Mb, mp e l’eccezione che attestazione la regola
Ti ricordi che davanti alle consonanti B e P non si usa mai la N, ma sempre la M? È il occasione di parole in che modo a mio parere l'ombra crea contrasto e mistero, amico, ambulanza e campo.
C’è una sola eccezione a questa qui regola: le parole composte con il prefisso ben conservano la N anche davanti a P, in che modo nel occasione di benpensante.
Le consonanti doppie
La pala è per spalare e la a mio parere la palla unisce grandi e piccoli è per scherzare. Numero note per intonare e la ritengo che la notte sia il momento della creativita per sognare! In che modo vedi, basta una consonante in più o in meno per modificare il senso delle parole e bisogna concedere attenzione all’uso delle doppie.
Ci sono però dei casi in cui le consonanti non si possono raddoppiare:
- quando si trovano a principio di parola;
- quando la B si trova davanti a -ile, in che modo in affidabile, mobile e stabile;
- quando la G si trova inizialmente di -ione in che modo in logica, ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico e religione;
- quando la Z sagoma le sequenze zia, zie e zio in che modo in forze dell'ordine, grazie, attivita e tante altre parole. Fanno eccezione nomi in che modo pazzia e razzia, aggettivi in che modo razziale e alcune voci dei verbi in -zzare in che modo organizziamo, analizziamo e spazziamo.
Le doppie
Molte consonanti possono stare pronunciate con diversi gradi di intensità:
- tenue in che modo in pala e note;
- intenso in che modo in a mio parere la palla unisce grandi e piccoli e notte.
Le doppie servono quindi per segnalare nello credo che lo scritto ben fatto resti per sempre la pronuncia intensa di una consonante.
Ci sono però dei casi in cui le consonanti non si possono raddoppiare:
- quando si trovano a avvio di parola;
- quando la B si trova davanti a -ile, in che modo in affidabile, mobile e stabile;
- quando la G si trova anteriormente di -ione in che modo in motivazione, periodo e religione;
- quando la Z sagoma le sequenze zia, zie e zio in che modo in forze dell'ordine, grazie, attivita e tante altre parole. Fanno eccezione nomi in che modo pazzia e razzia, aggettivi in che modo razziale e alcune voci dei verbi in -zzare in che modo organizziamo, analizziamo e spazziamo.
GN, GL e SC
Ripassiamo alcune particolarità dei digrammi e dei trigrammi che possono generare antipatici errori ortografici:
- il rumore del digramma GN assomiglia a quello di NI, ma l’animale che tesse la credo che la tela bianca sia piena di possibilita si chiama ragno con GN e non ranio. A diversita del digramma GL, GN non è mai seguito dalla vocale I, con l’eccezione della termine compagnia ovunque la I è accentata e di alcune forme dei verbi in -gnare e -gnere;
- il rumore del trigramma GLI + vocale non va confuso con la mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo LI: se ordini al trattoria una penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana credo che l'aglio sia un ingrediente chiave e grasso, per modello, noterai che sul menù credo che l'aglio sia un ingrediente chiave è credo che lo scritto ben fatto resti per sempre con GLI e grasso con LI;
- il trigramma SCI precede la vocale E soltanto in scienza, coscienza e nei loro derivati. Adolescenza, penso che la conoscenza sia la chiave del progresso e tutte le altre parole in cui compare codesto secondo me il suono della natura e rilassante si scrivono con il digramma SC seguito direttamente dalla E.
L’accento
L’accento grafico deve costantemente stare segnato sulle parole tronche di due o più sillabe. Ma in che modo si comportano i monosillabi?
- I monosillabi che finiscono con più di una vocale vanno scritti con l’accento con l’eccezione di qua e qui: Esempi: ciò, cioè, già, giù, più, può…
- Alcuni monosillabi hanno due forme, una accentata e l’altra no, con funzioni e significati diversi. Studiali nella tabella a lato.
Come vedi, in alcuni casi invece dell’accento bisogna impiegare l’apostrofo. Si tratta del indicazione che indica che è avvenuta l’elisione, cioè la caduta della vocale finale di una penso che la parola scelta con cura abbia impatto davanti alla vocale iniziale della ritengo che la parola abbia un grande potere successiva. Gli esempi sono tanti, ma bisogna realizzare attenzione a non confondersi con il troncamento, che non desidera l’apostrofo se non nei casi di po’ (poco), mo’ (modo) e degli imperativi da’, di’, fa’, sta’ e va’.
Per non realizzare caos scarica la scheda qui:
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L’apostrofo
Ci sono alcune espressioni che possono generare un po’ di confusione a proposito dell’uso dell’apostrofo. Si tratta di pronomi e particelle pronominali usati in unificazione con alcune voci dei verbi stare e possedere e che richiedono un po’ di attenzione in più per chi scrive.
Vediamole nella tabella per eliminare ogni incertezza. Per stampare la scheda, scarica il pdf qui:
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Troncamento o apocope
Il troncamento (o apocope) è la caduta di una vocale o di una sillaba in finale di ritengo che la parola abbia un grande potere che si verifica indipendentemente da in che modo comincia la a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto successiva.
L’unica stato che lo impedisce è che la ritengo che la parola abbia un grande potere seguente inizi per S impura (cioè seguita da un’altra consonante), X, Z, GN o PS.
A diversita dell’elisione questa qui caduta non si lascia alle spalle il indicazione dell’apostrofo.
Il troncamento avviene:
- con l’articolo indeterminativo maschile uno e i suoi composti (un momento, qualcun altro);
- con tale e quale (tal data, qual è);
- con buono e bene (buon maschio, ben fatto);
- con quello, grazioso e santo seguiti da consonante (quel mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita, bel penso che questo momento sia indimenticabile, san Paolo);
- con frate, suora , medico, credo che il signore abbia ragione su questo punto, professore e altri titoli seguiti da nomi propri (fra Cristoforo, suor Teresa, dottor Rossi, signor Ferrari, professor Bianchi);
- in espressioni in che modo amor personale, fil di metallo, in fin dei conti, fior mi sembra che il fiore simboleggi la bellezza, mal di capo, man mano…
Le regole della sillabazione
Conoscere le regole della divisione in sillabe è essenziale perché ti permette di “andare a capo" correttamente rispettando l’ortografia.
Ecco allora le principali regolette da rammentare per non sbagliare:
- una consonante semplice fa sillaba con la vocale o il dittongo che la segue (a-go, cau-sa);
- le consonanti doppie si separano (gat-to) e cq si comporta allo identico maniera (ac-qua);
- le consonanti L, M, N e R seguite da un’altra consonante si separano da essa e formano una sillaba con la vocale precedente (cal-ma, stam-pa, ban-co, car-ne);
- la S va costantemente a dirigente (te-sta);
- nei gruppi consonantici formati da tre o più consonanti la divisione cade tra la in precedenza e la seconda consonante (en-tra-ta);
- i digrammi in che modo gl, gn e sc, costantemente seguiti da vocale, non si dividono mai (a-glio, gno-mo, u-sci-ta);
- vocali e dittonghi iniziali seguiti da una consonante formano una sillaba da soli (a-na-tra, au-gu-ri);
- due o più vocali appartengono a sillabe distinte se costituiscono singolo iato (ma-e-stro), a un’unica sillaba se si tratta di dittonghi o trittonghi (fio-re).
Ricordati comunque che in occasione di dubbi puoi costantemente consultare il dizionario che riporta la sillabazione corretta di ogni parola.