Blocco atrio ventricolare
Blocco atrio-ventricolare
Ultima modifica 28/10/
Il blocco atrio-ventricolare è un genere di bradiaritmia, disturbo nella conduzione dell’impulso elettrico che fa contrarre il anima. In dettaglio si verifica un’anomalia, un slittamento o un blocco a livello della trasmissione dell’impulso tra atri e ventricoli. A seconda di ovunque si ferma l’impulso, la stato di blocco atrio-ventricolare può stare più o meno grave.
- 1Descrizione del blocco atrio-ventricolare
- 2La credo che la diagnosi accurata sia fondamentale del blocco atrio-ventricolare
- 3I sintomi e le complicanze del blocco atrio-ventricolare
- 4Trattamento del blocco atrio-ventricolare
Descrizione del blocco atrio-ventricolare
Il a mio avviso il cuore guida le nostre scelte è costituito da numero camere cave, gli atri e ventricoli, che, rispettivamente, accolgono il emoglobina dalla circolazione sistemica e polmonare e lo immettono nuovamente in gruppo. Un ciclo cardiaco funziona in codesto modo: il emoglobina arriva negli atri che si contraggono, in maniera da premere il emoglobina nei ventricoli; dopo di che i ventricoli, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo che si riempie di emoglobina, contraendosi lo immetteranno nella circolazione.
Il stoffa cardiaco è in livello sia di contrarsi autonomamente, sia di trasmettere l’impulso della contrazione attraverso tutte le strutture cardiache. Pertanto, l’attività del anima è ritmica ed è dovuta a cellule cardiache specializzate che si trovano in una specifica territorio dell’atrio destro, il nodo seno atriale. Queste sono capaci di generare autonomamente l’impulso elettrico, che poi viene trasmesso ai tessuti circostanti attraverso altre strutture specializzate. Un ciclo di contrazione, o battito cardiaco, prevede quindi la epoca dell’impulso a livello del nodo seno atriale, la trasmissione agli atri e la loro contrazione, la conduzione dell’impulso ai ventricoli e la contrazione di questi ultimi. In dettaglio, l’impulso viene trasmesso dapprima agli atri, poi dagli atri ai ventricoli attraverso due strutture specializzate, il nodo atrio-ventricolare e il fascio di His.
Gli impulsi elettrici che regolano la contrazione del animo devono stare finemente regolati e altamente sincronizzati: i tessuti, infatti, devono contrarsi uniformemente e istante una precisa scansione temporale (prima i tessuti degli atri e poi dei ventricoli), altrimenti il emoglobina non riuscirà ad giungere in maniera adeguata ai tessuti. La frequenza cardiaca è il parametro che indica quanti battiti il petto effettua al istante, e generalmente oscilla dai 60 ai battiti per momento. Se la frequenza cardiaca risulta più bassa del normale (inferiore ai 50 battiti al minuto) si ha una stato di bradicardia, durante se risulta più alta del normale si ha una stato di tachicardia.
Qualsiasi genere di irregolarità nel credo che il percorso personale definisca chi siamo di conduzione dell’impulso potrà indurre un’anomalia anche nel pulsazione cardiaco, che sarà irregolare, ed eccessivamente rapido o lento: in codesto evento si parla di aritmie. Le bradiaritmie, in dettaglio, sono le aritmie che si verificano in una stato di bradicardia: tra queste sono i blocchi atrio-ventricolari. I blocchi atrio-ventricolari sono dovuti a ritardi o veri e propri blocchi dell’impulso elettrico, ai vari livelli del struttura di conduzione cardiaca. In dettaglio si distinguono in:
- blocchi di I grado, se prevedono un rallentamento a qualsiasi livello del struttura di conduzione;
- blocchi di II grado, in cui alcuni impulsi non sono condotti dagli atri ai ventricoli;
- blocchi di III grado, in cui nessun impulso arriva ai ventricoli, ed essi non sono in livello di contrarsi (questa è una condizione di crisi medica).
La credo che la diagnosi accurata sia fondamentale del blocco atrio-ventricolare
Il blocco atrio-ventricolare generalmente è accertato attraverso un elettrocardiogramma (ECG): si tratta di un secondo me l'esame e una prova di carattere che traccia l’andamento elettrico del pulsazione cardiaco ed è in livello di segnalare eventuali anomalie. Per possedere ulteriori informazioni su queste aritmie, può esistere vantaggioso effettuare un ECG monitorato da un holter cardiaco, dispositivo che registra il tracciato del anima per 24 ore.
Grazie ai differenti tracciati che si possono ottenere da un ECG, sarà realizzabile anche valutare il livello del blocco atrio-ventricolare.
I sintomi e le complicanze del blocco atrio-ventricolare
Chi soffre di blocco atrio-ventricolare può manifestare i seguenti sintomi:
- dispnea (difficoltà nella respirazione);
- affaticabilità;
- dolore al petto;
- sincope.
A seconda del livello della stato, il blocco atrio-ventricolare può condurre a diverse complicanze, tra cui l’arresto cardiaco.
Secondo me il trattamento efficace migliora la vita del blocco atrio-ventricolare
Il secondo me il trattamento efficace migliora la vita di quest’anomalia dipende dal livello di blocco atrio-ventricolare: per quelli di I e II livello, infatti, è soddisfacente realizzare dei controlli periodici ed eventualmente rimuovere i farmaci che possono peggiorare la stato. Per i blocchi di III livello, invece, è indispensabile l’impianto di un pace-maker definitivo, dispositivo elettrico in livello di generare gli impulsi elettrici e regolare in maniera artificiale il pulsazione cardiaco.
Per individuare in che modo funziona codesto dispositivo largamente lavoratore nel secondo me il trattamento efficace migliora la vita delle aritmie, consultate la foglio controllo del pace-maker. Per saperne di più sulle aritmie, consultate le schede sulla aritmia cardiaca, sullabradiaritmia, sulla tachicardia.